Alcune domande frequenti…

Chi è lo psicologo e di cosa si occupa?

Lo psicologo è uno specialista del benessere della persona che si occupa di prevenzione, diagnosi, sostegno psicologico, abilitazione e riabilitazione.
Per esercitare la professione è necessario il conseguimento della Laurea Specialistica in Psicologia, il superamento dell’esame di stato e l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi di una delle Regioni italiane.

Secondo l’art. 3 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani il compito dello psicologo è quello di “[…] Accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità.” Inoltre, “[…]In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità della persona di comprendere se stessa e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace[…]”.
In chiave più personale e meno normativa, penso che il compito dello psicologo sia quello di aiutare il paziente ad aiutarsi.
È come un giardiniere che ripulisce il terreno dalle erbacce e fornisce acqua, luce e nutrimento alla pianta: se la pianta cresce, dipenderà dalle cure fornite dal giariniere ma soprattutto dal modo in cui la pianta reagisce.

Quanto dura una psicoterapia?

La durata complessiva di una terapia non può essere definita a priori poiché su di essa incidono diversi fattori, quali ad esempio il grado di sofferenza della persona, la sua motivazione al trattamento e le sue risorse, oltre ovviamente alla complessità del problema e al tipo di obiettivo che il paziente si pone rispetto al cambiamento.
Per citare  Freud “il paziente dovrebbe stare in terapia giusto il tempo che gli serve per ‘stare meglio“. 

L’orientamento teorico al quale faccio riferimento, la Psicoterapia Breve Integrata, persegue l’obiettivo di una terapia quanto più possibile breve ma, anche in questo caso, la terapia non è un “pacchetto” uguale per tutti: sono il terapeuta ed il paziente che, insieme, decidono come procedere e con quali modalità e durata impostare il trattamento.

Quanto costa una terapia?

Le tariffe dello psicologo possono variare a seconda del professionista e del tipo di intervento richiesto, quindi è opportuno richiedere informazioni direttamente al professionista cui si intende rivolgersi.
In linea generale comunque, si possono tenere come riferimento  le tariffe per le prestazioni indicate nell’apposito tariffario approvato dall’Ordine Nazionale degli Psicologi, intese, ad oggi, come una semplice indicazione e non come un obbligo per i professionisti.

Quanto dura la singola seduta? E qual’è la frequenza consigliata?

Ogni seduta ha la durata di 50 minuti con frequenza da valutare in relazione alla problematica psicologica e alle disponibilità del paziente e dello psicologo.
In linea generale, raccomando caldamente, almeno per le prime fasi della terapia, una frequenza settimanale continuativa, a mio parere indispensabile all’instaurarsi della relazione terapeutica e all’impostazione del lavoro.

Che differenza c’è tra psicologo, psichiatra, psicoterapeuta e psicoanalista?

Come abbiamo visto, lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia che, dopo aver portato a termine il tirocinio formativo di un anno ed aver sostenuto l’esame di stato, viene abilitato all’esercizio della professione dall’Ordine Nazionale degli Psicologi ed iscritto nell’albo regionale di appartenenza. Lo psicologo fornisce un aiuto basato su colloqui di sostegno, strumenti diagnostici, consulenze, tecniche di rilassamento e non può prescrivere farmaci, dal momento che per fare questo serve una laurea in medicina.

Lo psichiatra è un medico che, dopo la laurea, consegue una specializzazione in psichiatria. L’approccio psichiatrico è prevalentemente biologico e maggiormente orientato a considerare il disturbo mentale come derivante da un malfunzionamento e/o uno sbilanciamento a livello biochimico del sistema nervoso centrale. Per questo motivo, la principale modalità di cura proposta dallo psichiatra è quella farmacologica.

Lo psicoterapeuta è un laureato in Psicologia o in Medicina, iscritto ai relativi Albi, che decide di intraprendere una specializzazione in psicoterapia frequentando una Scuola di specializzazione della durata di almeno 4 anni riconosciuta dal M.I.U.R. Durante questo percorso è obbligatorio un tirocinio di minimo 400 ore presso strutture convenzionate. Alcune scuole di psicoterapia richiedono inoltre un percorso di analisi personale a cui lo stesso psicoterapeuta è tenuto a sottoporsi prima del termine dell’iter formativo.
Le scuole di specializzazione che permettono l’iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti sono diverse e fondano il loro insegnamento su vari tipi di approccio, fornendo una preparazione specifica e diversificata sulla base degli orientamenti teorici a cui si riferiscono (orientamento costruttivista, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale, psicoanalitico…).
Lo psicoterapeuta si occupa della cura di disturbi psicopatologici che vanno da forme di modesto disagio personale alla sintomatologia grave, ed agisce attraverso l’utilizzo di due strumenti: il colloquio clinico e la relazione terapeutica. La psicoterapia va quindi più in profondità rispetto alla consulenza psicologica.

Infinine, lo psicoanalista è uno psicoteraputa specializzatosi presso una scuola ad orientamento psicoanalitico e che si avvale quindi delle specifiche tecniche proposte dal proprio orientamento.

Dallo psicologo ci vanno i pazzi?

Questo è uno dei più diffusi e radicati clichè sulla psicologia e sugli psicologi.
Per rispondere a questa domanda citerò il progetto europeo ESEMeD, realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2002. Questa ricerca ha stimato che almeno un italiano su cinque soffre, nel corso della sua vita, di un qualche disturbo mentale.

Questo significa che più di otto milioni e mezzo di persone sono pazze?
Puo’ essere! O forse sarebbe più giusto pensare che semplicemente può accadere a chiunque di soffrire e di aver bisogno di aiuto. Non c’è proprio alcuna ragione  per cui ci si debba sentire “matti” nel chiedere aiuto e sostegno.

Se uno prende i farmaci, è inutile che faccia una psicoterapia…

Sbagliato! Anzi sbagliatissimo!

Numerose ricerche hanno messo in luce come nella maggior parte  dei casi un approccio integrato tra questi due tipologie di intervento sia la soluzione migliore e più efficace per la risoluzione del problema. La terapia farmacologica infatti, intervenendo sui sintomi del disagio, può essere un importante supporto parallelo ad una psicoterapia, ad esempio, placando un’ansia troppo forte e permettendo così nelle sedute di psicoterapia, di capirne l’origine e di individuare strategie per meglio gestirla.
Ci sono altri casi invece, soprattutto nella patologia grave, in cui la terapia farmacologica è assolutamente indispensabile per la gestione del disturbo e la psicoterapia è un valido supporto per veicolare il farmaco e migliorare la qualità della vita.